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Andrea Mariano, un mister/educatore al servizio della fantasia

Andrea Mariano, un mister/educatore al servizio della fantasia

08 aprile 2014 - 16:31
08 apr 2014 - 16:31

"Devo fare i complimenti a tutti i miei ragazzi che hanno interpretato questa stagione nel miglior modo possibile; i tempi stanno cambiando, i ragazzi devono poter sbagliare"

Per i giovanissimi aquilotti classe 2000 mister Andrea Mariano non è solo un semplice allenatore, ma una figura di riferimento ancora molto vicina al ruolo dell'educatore, che insegna i valori dello sport senza mai tralasciare il lato del puro divertimento, cercando di trasmettere ai suoi ragazzi l'amore per il gioco più bello del mondo: "Questa stagione poteva rivelarsi davvero complicata, sia perchè in estate avevamo deciso di giocare sottoleva, sia perchè siamo fuori classifica, ma i ragazzi sono stati fantastici, hanno tenuto duro e stanno facendo un buon campionato, togliendosi diverse soddisfazioni, cosa che gli aiuterà enormemente l'anno prossimo, quando saranno chiamati ad affrontare un campionato di livello, affrontando altre realtà professionistiche. Seppur giovani, hanno capito la necessità di dare sempre il massimo, allenandosi con intensità e voglia di crescere, portando sul campo il lavoro settimanale, anche senza una classifica a cui fare riferimento, facendosi sempre trovare pronti. Giocare sottoleva non è semplice per nessuno, perchè, oltre all'aspetto puramente fisico, è il carattere che fa la differenza, dato che più si cresce, più le malizie aumentano, ma i miei ragazzi sono stati veramente bravi, hanno sempre dimostrato grande correttezza, non sono mai caduti in provocazioni e hanno dimostrato di saper interpretare un buon calcio. E' sicuramente un bel gruppo ed il prossimo anno si troveranno di fronte ad una nuova sfida, perchè forse vi sarà un pò meno agonismo, ma il tasso tecnico sarà sicuramente più alto, visto che andranno a rapportarsi con settori giovanili che hanno una lunga tradizione e con squadre blasonate, ma sono sicuro che anche loro potranno continuare a fare bene. Il mio ruolo? Questa è un annata di transizione, dove i ragazzi ti vedono ancora come un secondo padre, pertanto io devo essere una via di mezzo tra un allenatore ed un educatore, insegnando regole di comportamento prima di tutto, piccoli dettagli che possono sembrare marginali, come da dove posare la borsa a come mettere i calzettoni, ma che servono a dare un'identità e dei valori ben precisi.

Come si allenano le annate più giovani? Questi ragazzi devono tirare fuori la loro fantasia, giocando di più, perchè per troppo tempo in Italia si è pensato solamente all'aspetto tattico, tralasciando il gioco nella sua accezione più pura, ma ora i tempi stanno cambiando ed i ragazzi vanno lasciati sbagliare. Ovvio, poi arriva un'età in cui l'attenzione tattica è inevitabile, ma in Spagna, Germania, Olanda e Belgio c'è già stato un cambio di metodologia del lavoro e noi dobbiamo seguirli, altrimenti il calcio italiano resterà indietro, perchè noi restiamo sempre fermi al punto in cui ci troviamo da anni, mentre gli altri sono in continua ascesa. Questi ragazzi sognano di poter diventare un giorno calciatori ed io cerco di fargli capire che il calcio è innanzitutto divertimento, è il gioco più bello del mondo, ma bisogna lottare con tutte le proprie forze per riuscire a farlo come lavoro nella vita, superando i propri limiti, seguendo la passione che ognuno di noi ha dentro, e per un allenatore poter vedere un giorno uno dei propri ragazzi sbocciare e divenire un atleta professionista sarebbe veramente un'emozione incredibile. Sono due anni che seguo questi ragazzi, li ho visti crescere e personalmente mi danno soddisfazioni notevoli, al di là dei risultati, perchè vedere una squadra così giovane impegnarsi giorno dopo giorno, calandosi al 100% in un campionato che non li vede lottare per nessun traguardo se non la crescita individuale e di squadra, è assolutamente difficile e pertanto i miei complimenti se li meritano tutti. Spero di riuscire a trasmettere i valori fondamentali e far capire che non è vera la credenza che nel calcio bisogna essere soldatini, ma al contrario bisogna portare in campo la voglia di divertirsi e solo con il passare del tempo aumenteranno anche le responsabilità, sebbene qualche regola sia comunque necessaria, perchè siamo in una società professionistica di grande valore, quindi è importante che i ragazzi capiscano fin da subito dove si trovano, ma sempre all'insegna del divertimento".