L'attaccante italo-nigeriano Stefano Okaka Chuka, nativo di Castiglion del Lago, Perugia, classe '89, 4 centri in questo campionato, di partite ne ha giocate tante, da quel 29 settembre del 2005, esordio tra i professionisti in una gara di Coppa UEFA contro l’Aris Salonicco, con la maglia della Roma, il più giovane italiano sceso in campo nelle competizioni europee.
Italia ma non solo, anche Inghilterra, al Fulham; enfant prodige di un calcio purtroppo ancora troppo malato di razzismo e di certo non al passo di una società da tempo multietnica:
“Il calcio ha un peso importante nell’educazione dei giovani; nessuno nasce razzista, i bambini non lo sono; sono poi i genitori ad educarli. Parlarne di razzismo fa da cassa di risonanza al fenomeno, non è il caso, non è opportuno, ma il nostro Paese sotto questo aspetto non è ancora maturo e gli episodi spiacevoli si susseguono. Queste cose sono legate a doppio filo con la cultura di un Paese; la nostra società è da tempo multietnica e non accorgersi di questo vuol dire non vedere la realtà. La discriminazione per il colore della pelle è assurda. Occorre evolversi culturalmente e dare ai nostri bambini un’educazione adeguata; solo così possiamo crescere”.
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