"Era un maestro di etica", è così che il Vicepresidente Angiolino Barreca ha voluto ricordare l'indimenticato decano dei giornalisti spezzini, Rino Capellazzi, scomparso il 1 giugno scorso ed al quale, questa sera, è stata intitolata la sala polifunzionale del C.S. "Bruno Ferdeghini". Un modo per non dimenticare e per far conoscere anche alle future generazioni una figura unica come quella del compianto giornalista spezzino, amante di tutto lo sport, ma con una spiccata preferenza per le Aquile che lo ha portato ad essere parte integrante della storia stessa dello Spezia Calcio. "Grande serietà professionale, penna mai banale ed un'ironia lucida anche nei momenti più difficili, come quando le Aquile retrocedettero tra i dilettanti e nonostante la grande disperazione, ebbe la battuta pronta, trovando il lato positivo della situazione nella maggior vicinanza delle trasferte, che avrebbero consentito di muoversi in filobus", ha continuato il Vicepresidente, e sulla stesse note hanno proseguito il vicesindaco della Spezia, Cristiano Ruggia, ed il sindaco di Lerici, Marco Caluri, assolutamente entusiasti per un piccolo grande gesto, che da valore alla memoria di un uomo di sport amato da tutti, di un maestro vero, ricordato in un mondo che troppo spesso corre e si dimentica velocemente. E' stato poi il momento dei commossi figli di Rino, Marco e Gian Luca, che hanno ricordato la figura di un uomo che amava il calcio e la sua professione al punto di arrivare a pagare per svolgerla, ma che soprattutto amava lo sport e lo Spezia più di ogni altra cosa, tanto da arrabbiarsi per questioni puramente sportive, perchè la sua non era una semplice e fredda cronaca, ma era fatta con il cuore, ed anche negli ultimi anni aveva dimostrato grande interesse nei confronti di una stampa diversa, apprezzando i cambiamenti ed impegnandosi per sfruttare al meglio i nuovi mezzi. "Questa è la targa di tutti noi. Rino è riuscito a dare un'identità e una dignità precisa alla figura del giornalista sportivo in questa città", ha proseguito Armando Napoletano, a cui ha fatto eco Massimo Benedetti, ricordando alcuni episodi indimenticabili vissuti nel corso degli anni passati al fianco di Capellazzi, mentre Paolo Rabajoli ha voluto porre l'accento sull'importanza di aver associato il nome di Rino Capellazzi ad una sala polifunzionale utilizzata non solo per le conferenze stampa della Prima Squadra, ma dove la vita del settore giovanile aquilotto scorre quotidianamente. Infine è stato il turno dello storico capitano Osvaldo Motto, in rappresentanza di chi era protagonista delle cronache di Capellazzi, il quale poteva perdonare una prestazione mediocre, ma chiedeva sempre il massimo impegno ed il cuore, perchè solo così si poteva indossare la maglia bianca ed onorarla sul campo.
Emozione pura e applausi scroscianti nel momento in cui la targa è stata scoperta; Rino, il signore d'altri tempi che amava le Aquile, continuerà a vivere nei nostri cuori, e a raccontare di un amore lungo una vita e ancor di più.
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