A cinque giornate dalla fine del campionato, tutto è ancora possibile per i Giovanissimi Nazionali di mister Luca Salvalaggio, secondi in classifica a sole cinque lunghezze di distanza dalla Fiorentina capolista e reduci dal sorpasso ai danni dell'Empoli nell'ultimo turno, con gli scontri diretti ancora da disputare per quello che si preannuncia come un finale davvero incandescente, anche se il tecnico aquilotto predica calma : "Ad inizio stagione non mi aspettavo di trovarmi in questa posizione, sia perchè era il mio primo anno da tecnico, sia perchè questa squadra in estate aveva cambiato davvero tanto, ma sentivo che non sarebbe stato un salto nel vuoto, avevo ben chiaro qual'era il lavoro che bisognava svolgere, le sensazioni erano positive e quanto stiamo cogliendo è merito in primis di tutto lo staff che si è mosso per trovare giovani calciatori adatti al nostro modo di intendere il calcio. Di sicuro l'obbiettivo di squadra è quello di primeggiare, d'altronde se ai ragazzi in estate chiedevo quale fosse il loro obbiettivo, tutti mi rispondevano vincere il campionato, ma per noi è molto più importante quello individuale, ovvero il migliorare giorno dopo giorno i singoli ragazzi, aiutarli a crescere, perchè dobbiamo costruire giovani calciatori. I risultati non ci devono condizionare, ma è indiscutibile che risultati positivi ci aiutano a lavorare meglio anche perchè i ragazzi sono entusiasti, hanno voglia di imparare e ci rendono ancor più soddisfatti del nostro lavoro. Ovvio che ora che siamo così in alto proveremo a fare del nostro meglio, ma già così è una grande stagione. La 'Manchester United Premier Nike Cup'? Sono molto soddisfatto dell'esperienza e sono sicuro che ci aiuterà a crescere. Per diventare una società importante a livello giovanile, dobbiamo confrontarci con le realtà già affermate, capire in cosa dobbiamo migliorare e se siamo sulla giusta strada. Sul piano prettamente agonistico, contro l'Atalanta, forse la società con il settore giovanile più forte e blasonato d'Italia, abbiamo giocato un ottimo calcio, mentre con il Sassuolo è stato un match condizionato sia dall'arbitraggio, sia dalla stanchezza derivante dal primo incontro, ma non era importante il risultato finale, bensì far bella figura, rapportandosi con realtà importanti, ed abbiamo ottenute le conferme che cercavamo.".
Il tecnico aquilotto continua poi parlando del suo percorso e dello sviluppo dei giovani calciatori : "Allo Spezia ho già ricoperto diverse cariche, passando da giocatore, ad allenatore in seconda, fino a diventare tecnico dei Giovanissimi Nazionali, passando per la carica di osservatore : certamente lavorare sul campo è la cosa che preferisco, ma anche il ruolo dell'osservatore è stato molto importante per me, perchè ti concede la possibilità di girare per i campi, conoscere numerosi giocatori ed analizzare diverse modalità di gioco. Come si diventa calciatori? Ovviamente ci vogliono qualità sia tecniche che fisiche, ma la qualità più importante è quella di saper apprendere, senza quella non si diventa calciatori, per farlo bisogna sapersi mettersi in discussione, saper sbagliare ed imparare dai propri errori e dagli insegnamenti che vengono impartiti lungo il percorso. Abbiamo un settore giovanile che guarda veramente al futuro, in primis dobbiamo instradare i ragazzi verso il professionismo, non è sempre facile, tante volte vista la loro giovane età devono prima cadere in fallo, ma come ho già detto, se hanno la capacità di apprendere, il futuro sarà sicuramente roseo".
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