Cristian Pepe non è solo uno spezzino doc sulla carta d'identità, ma lo è anche sul campo da gioco, essendo cresciuto nel vivaio aquilotto, arrivando a totalizzare, tra la stagione '91/'92 e quella '95/'96, ben 57 presenze con la maglia bianca, realizzando anche tre reti, messe a segno contro Carrarese, Ospitaletto ed Empoli. Dopo anni come calciatore nelle categorie dilettantistiche, Pepe è tornato all'ovile, ma questa volta in veste di educatore, per far crescere i giovani talenti aquilotti dell'annata 2002, cercando di tramandargli innanzitutto la passione per la casacca bianca, sempre con la massima attenzione ai valori e all'educazione sportiva: "Sono veramente felice di aver avuto l'opportunità di poter iniziare la mia carriera da allenatore in questa società, non solo perchè emotivamente sono molto legato a questi colori, ma anche perchè si tratta di una società moderna e ben strutturata, che punta sul settore giovanile, investendo su bambini maturi sotto tutti i punti di vista. Il carattere viene prima di tutto, soprattutto se si vuole fare sport ad alti livelli, ed anche se è indubbio che l'aspetto tecnico sia assolutamente importante, noi dobbiamo aiutare i ragazzi a crescere innanzitutto mentalmente, standogli vicino ed accompagnandoli passo dopo passo nel loro percorso di crescita. L'aspetto educativo per noi è al primo posto e credo che questo sia assolutamente da apprezzare, perchè qui innanzitutto si preferisce lavorare con bambini educati e disposti al sacrificio, piuttosto che su altri più qualitativamente bravi, ma incapaci di rispettare le regole, di rapportarsi con un gruppo e di ascoltare i consigli e le indicazioni. Il calcio italiano è ancora incentrato sulla tattica anche nei settori giovanili? In questa società i giovani atleti non fanno assolutamente tattica, ma lavoriamo per farli crescere sull'aspetto situazionale ed individuale, utilizzando tanto il pallone, perchè alla loro età il calcio è ancora esclusivamente un bellissimo gioco. Personalmente ho avuto la fortuna di poter lavorare con Amedeo Nigro, allenatore capace e con una lunga esperienza con i giovani, e posso dire che lavorare in due è assolutamente positivo, perchè tante volte si è convinti di fare la cosa giusta, ma con un collega si valutano meglio determinate situazioni e c'è uno scambio continuo di idee del quale i ragazzi giovano enormemente. I nostri ragazzi hanno svolto una stagione decisamente positiva e la loro crescita ci rende veramente orgogliosi e gratifica il nostro operato, ma ora ci saranno numerosi tornei da affrontare e siamo determinati a ben figurare. Quanto è cambiato da quando giocavo io nel settore giovanile? Il calcio è cambiato in positivo, i bambini oggi sono molto più seguiti, hanno a disposizione tecnici preparati ed in continuo aggiornamento, mentre una volta gli allenatori erano meno supportati e rimanevano sempre fermi nelle loro convinzioni. Ora il fine è unico, cambia solo che i grandi lavorano sulla tattica, ma per il resto il modus operandi è identico, anche se non ci dimentichiamo mai della giovane età dei bambini con cui abbiamo a che fare".
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