Quando il campionato è difficile e ad occhi inesperti potrebbe sembrare che tutto sia da buttare via, quando i risultati stentano ad arrivare nonostante il gioco espresso, quando la classifica non ti sorride, ecco come, anche un solo risultato, colto nella partita giusta, può infondere nuova linfa a tutto l'ambiente. Se poi i protagonisti sono i ragazzi nati nel 1998, ed il risultato da ricordare è stato colto nella sentita sfida giocata in casa della capolista Genoa, la soddisfazione è doppia, soprattutto per chi questi giovani atleti li allena da ormai cinque anni, ovvero mister David Alessi : "Contro il Genoa l'atteggiamento era fondamentale e noi siamo stati bravissimi a non farci cogliere dall'emozione, approcciando l'incontro senza timori e provando a giocare come sappiamo fare, nonostante i nostri avversari fossero tra le più forti squadre d'Italia. Logico che un derby è sempre un derby, nonostante la giovane età degli interpreti, e le emozioni che si respirano in quel match sono sicuramente più accentuate rispetto a quelle degli altri incontri, ma i miei ragazzi si sono dimostrati maturi ed hanno fatto vedere di cosa sono capaci. Il campionato? Sicuramente abbiamo raccolto poco rispetto a quanto abbiamo dimostrato sul campo, ma la classifica non è una priorità in questa stagione, perchè abbiamo una squadra con molti '98, dei quali almeno 8/9 sono sempre nella formazione titolare, e giocando in un campionato dove le squadre sono composte da ragazzini classe '97, la differenza si fa decisamente sentire. Tuttavia la decisione di giocare con così tanti ragazzi sottoleva, presa dalla società in estate e pienamente condivisa dal sottoscritto, ha lo scopo di valorizzare i nostri '98, annata che in prospettiva può fare molto bene e che in questa stagione ha avuto modo di crescere ancor più rispetto a quanto non avrebbe fatto giocando contro squadre di pari età. Il mio compito, così come quello degli allenatori che si trovano a lavorare con ragazzi così giovani, è quello di creare professionisti, pertanto lavoriamo molto sul singolo con sedute di tattica individuale, occupandoci in primis dello sviluppo del giocatore, prima ancora di occuparci della crescita di squadra. Nel processo di creazione di un professionista ritengo poi sia fondamentale far si che i ragazzi acquistino responsabilità, perchè solo tramite l'errore si cresce e un futuro professionista deve imparare a giocare trovando il coraggio di non svolgere il semplice compitino, ma deve saper prendersi la responsabilità di effettuare giocate importanti, dando sempre quel qualcosa in più. Cosa mi è rimasto della scorsa stagione? Della stagione 2012/'13 porto con me grandi ricordi, è stata una stagione ricca di soddisfazioni sia dal punto di vista umano che sportivo. In estate sapevamo di avere a disposizione una rosa qualitativamente importante e che allenandola nella maniera corretta avremo potuto ottenere grandi risultati, pertanto le prestazioni che sono arrivate nel corso del campionato ci hanno reso molto soddisfatti, anche perchè se i risultati sono solitamente casuali, le prestazioni positive non lo sono, e sono frutto del lavoro settimanale". Infine il tecnico si sofferma sul 'Bruno Ferdeghini' e su quanto il lavoro sia migliorato grazie alle nuove strutture messe a disposizione dalla società : "In questi 5 anni il lavoro è cambiato sotto tanti aspetti, prima c'era un campo dove il terreno non ti consentiva di lavorare come previsto, e che ti costringeva a cambiare quando programmato in base alle sue condizioni, mentre ora c'è una struttura come poche in Italia, dove il ragazzo può attingere molto anche sotto la sfera emozionale, dato che lavorare in strutture del genere fa respirare aria di calcio con la C maiuscola. Dobbiamo ringraziare il Presidente e la Società che ci permettono di vivere un sogno".
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