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Le parole del coordinatore tecnico delle formazioni nazionali Pietro Napoletano

Le parole del coordinatore tecnico delle formazioni nazionali Pietro Napoletano

10 ottobre 2024 - 13:05
10 ott 2024 - 13:05

Intervista a Pietro Napoletano, coordinatore tecnico delle leve nazionali del settore giovanile aquilotto. Queste sono le sue parole: "Quello di coordinatore tecnico delle leve nazionali è un ruolo affascinante e di grande responsabilità, che mi è stato dato quest’estate e del quale sono profondamente orgoglioso. Da parte della società mi è stato chiesto di formare al meglio i ragazzi e di programmare la metodologia del settore giovanile; abbiamo così analizzato l'andamento e sviluppato un progetto attraverso due fasi, la prima incentrata sullo sviluppo dei ragazzi e una seconda relativa alla formazione dell'atleta. La fase di sviluppo è legata all’attività di base fino ad arrivare all’Under 16, mentre la seconda fase è incentrata su Under 17 e Primavera e mira a preparare i ragazzi per un'eventuale chiamata di mister D’Angelo.

Siamo partiti d’agosto e quindi è ancora presto per fare una valutazione sui questi primi mesi di lavoro. L’unica cosa che al momento posso dire è che questo programma d'azione formativo è stato condiviso con gli allenatori in modo da poter coordinare le attività, monitorare l’andamento ed eventualmente intervenire. Il vantaggio che ho è che conosco bene gli allenatori che abbiamo e quindi posso dire che sono tutti allenatori molto preparati, molto disponibili e quindi sarà più facile per me condividere con loro qualcosa di già vissuto e di nuovo.

Venendo agli obiettivi, possiamo dire che per le formazioni nazionali c’è sì al centro di tutto il risultato, ma senza tralasciare ovviamente la formazione, i giocatori professionisti capaci di crescere e migliorare da un punto di vista tecnico e tattico. 

L'obiettivo del nostro settore giovanile, come ormai è chiaro da tanti anni, non guarda tanto al risultato, che rimane comunque aspetto importante, ma si incentra sulla formazione dei nostri ragazzi, a discapito anche del risultato. Non c’è stato chiesto di vincere o di poter ambire a qualcosa di grosso in termini di classifica, ma di sviluppare un percorso e di far crescere tecnicamente e tatticamente i giovani atleti. I principi di tattica individuale sono stati messi al primo posto, così come la comprensione del gioco in relazione alla dimensione spazio-temporale. 

Si guarda alla crescita individuale del ragazzo, ma ovviamente rimane fondamentale anche l'aspetto umano ed educativo. Abbiamo un ottimo rapporto con i genitori e loro aiutano noi e noi aiutiamo loro nel processo educativo-formativo del ragazzo. Per quanto mi riguarda, un altro tema sul quale insistiamo molto è quello del senso di appartenenza alla maglia, è quello che vorrei che che fosse intrapreso da tutti, sia dai ragazzi, dai bimbi e anche dai genitori e soprattutto da noi tecnici e dagli addetti al lavoro.

È tanti anni che sono nel mondo del calcio e negli anni ho notato molte differenze tra i ragazzi di ieri e quelli di oggi. Le differenze sono sono evidenti, in quanto prima c’era molto più strada, c’era molta più intraprendenza da parte dei ragazzi. Si veniva al campo più formati, perchè la strada faceva la sua parte, soprattutto nello stimolo del processo cognitivo del ragazzo, ma anche nel rapporto con ragazzi più grandi, stimolando dunque anche un'abitudine al contatto fisico. Quindi il nostro obiettivo primario adesso è quello di ricreare la strada nel campo in quell’ora e mezza di allenamento, dobbiamo insomma riproporre quella dimensione data dalla strada e mettere dentro al campo dei mezzi necessari per sviluppare le capacità della del ragazzo.

Ho avuto modo di guardare, di osservare e di leggere le metodologie di altre società professionistiche, non sono italiane, e mi sono accorto che all’interno del nostro settore giovanile si lavora bene e siamo al passo coi tempi. Abbiamo tanti ragazzi che sono usciti dal nostro settore giovanile e che oggi sono in pianta stabile nelle varie prime squadre. Basti pensare alla nostra prima squadra, che è occupata da 4/5 ragazzi che l'anno scorso erano in Primavera. Altri giocano in Serie A, Serie B, Serie C o sono in prestito in altri campionati, quindi possiamo affermare che il lavoro intrapreso è davvero soddisfacente. Dobbiamo continuare e migliorarci, perché quanto fatto non basta, perché i tempi vanno veloci e bisogna fare in modo che dobbiamo rimanere al passo con i tempi e migliorarci sempre, i ragazzi così come noi tecnici, che non dobbiamo mai smettere di formarci".