Di sicuro aver ottenuto la possibilità di approcciarmi al nuovo ruolo direttamente in un club blasonato come la Juventus è stata una grande fortuna, mi ha aiutato molto a calarmi nella mentalità richiesta, anche perchè all'interno della società venivano fatti corsi esclusivi per i tecnici bianconeri, momenti importanti per crescere sia professionalmente che umanamente.
La chiamata dello Spezia? Dal momento in cui sono stato chiamato dalle Aquile non ho avuto alcun dubbio, sia perchè pur essendo di Torino abito in Liguria da anni, sia perchè lo Spezia è un club in crescita, una società importante che punta molto sui propri giovani e sullo sviluppo del settore giovanile. Conosco molto bene questa realtà e per me è davvero un'opportunità importante essere qui alla guida di una categoria di prestigio come quella degli Under 15 nazionali.
Questi primi giorni di lavoro mi hanno dato modo di iniziare a conoscere la squadra, composta da ragazzi molto disponibili, predisposti ad imparare, a lavorare ed a sacrificarsi; ovvio che dobbiamo lavorare su tante cose, ma per il momento ci stiamo concentrando sulla crescita dei singoli, per gli aspetti collettivi ci sarà tempo più avanti.
L'obiettivo per chi lavora con i più giovani è quello di migliorare anno dopo anno, ogni annata richiede dei miglioramenti fino all'arrivo in Primavera, quando bisogna avere a che fare con calciatori ormai pronti per poter fare il salto in Prima Squadra.
La collaborazione con Moreno Ferrario? E' una persona veramente disponibile, molto altruista, ci siamo subito trovati in sintonia nonostante la differenza di età, anche perchè il linguaggio del calcio è unico, contano i principi ed il pensiero che uno decide di sposare.
Cosa mi hanno chiesto Fusco e Vinazzani? Di far crescere i giovani. Credo sia una richiesta normale per chi vuole il bene del proprio settore giovanile".
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