E' il Settore Giovanile dello Spezia Calcio ad essere tra i protagonisti dell'edizione di aprile di B-Magazine, mensile online a cura della Lega di Serie B, tra le cui pagine il DS Pietro Fusco ha parlato dell'importanza dei giovani per il club di via Melara, di una Viareggio Cup da sogno e dei talenti emergenti che dal vivaio aquilotto si stanno affacciando verso il calcio professionistico: "Vogliamo crescere ancora, per questo selezioniamo con grande attenzione i nostri allenatori e cerchiamo di far maturare ogni singolo ragazzo, inserendo i più meritevoli in Prima Squadra, così com'è accaduto in questa stagione ai vari Antezza, Crocchianti, Okereke, Saloni e Vignali, ormai presenze fisse agli ordini di Mimmo Di Carlo.
La Viareggio Cup? Se ci ripenso qualche rimpianto sorge, è inevitabile, d'altronde dopo una partita maiuscola, ai rigori la situazione si era messa benissimo, con Saloni capace di parare i primi tre, ma alla fine non è bastato per andare in finale. Il nostro obiettivo deve essere quello di fare sempre meglio, in futuro proveremo a compiere un ulteriore passo in avanti, ma per il momento ci portiamo dentro il ricordo e le emozioni della sfida alla Juventus, nel nostro stadio e davanti a circa 2000 persone, giornata che ci ha dato un'ulteriore conferma di come la strada che stiamo seguendo sia quella giusta, dimostrando che oltre alla Prima Squadra, anche il settore giovanile può essere trainante per la città.
La Primavera? Molto del merito è da attribuire a Fabio Gallo, un tecnico preparato, capace di migliorare ogni singolo calciatore con un lavoro eccellente durante la settimana e di valorizzare talenti come Filipovic, Maggiore e Candela, classe 2000, uno dei più giovani della competizione, ma con personalità da vendere. Vogliamo lottare per aggiudicarci la Viareggio Cup nel giro di un paio d'anni, formando calciatori che rispettino sempre questa maglia e che capiscano che il "Picco" è uno stadio dal fascino particolare, che richiede furore e attaccamento.
Il futuro? Tornare a scovare i talenti nei campetti di periferia".
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